14 apr 2014

Emanuele Pacifici, che la terra gli sia lieve.


È morta la memoria storica dell'ebraismo italiano.
Emanuele Pacifici, papà di Riccardo, presidente della comunità ebraica di Roma, era uomo di una semplicità commovente. Ha conosciuto le persecuzioni razziali durante la seconda guerra mondiale. Ha per tutta la sua vita raccolto le testimonianze dei sopravvissuti all'orrore dei campi di sterminio nazisti.
Mi fece entrare una volta nel suo studio e rimasi impressionata dalla quantità di materiale audio che aveva e dai raccoglitori pieni di storie scritte.
Quando l'ho conosciuto non era ancora diffuso l'uso dei computer e quindi il lavoro di raccolta molto più complesso.
Era la sua missione quella di trasmettere i ricordi della Shoà.
Nel 1982 fu ferito nell'attentato alla sinagoga di Roma dove morì il povero Stefano Taché, di appena due anni.
Emanuele era già stato coperto con un lenzuolo poiché creduto morto.
L'allora capo rabbino di Roma Elio Toaff andando a dargli l'estremo saluto, si accorse che Emanuele ancora respirava. Vennero chiamati i soccorsi e così si salvò.
Mi capitò di fare un viaggio in aereo con lui. Poco prima di passare sotto al metal detector mi disse: "Guarda che succede adesso".. Tutti gli allarmi suonarono al suo passaggio. Aveva ancora nel corpo le schegge dell'attentato.
La sua morte è una grande perdita per tutta la nostra comunità.

2 commenti:

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