13 ago 2014

Dotto'!

Mio padre ogni tanto mi racconta della guerra [in Italia e in Israele].
Quando cambia argomento mi parla del suo lavoro.
Diciamo che entrare in un'azienda come fattorino e finirla facendo il factotum all'ingresso non è proprio il massimo.
Se questa azienda è il settimanale L'Espresso dal 1971 [un anno dopo il ritorno in Italia di mio papà] al 1984 allora le cose cambiano.



Episodio 1-
"Le gambe dove le metto signor Giuseppe? Lei si ostina nel venirmi a prendere con questa scatoletta [Fiat 127] ma la mia gamba malata non ce la fa!"
"Dottò ce penzo io, stia bono". "Ma che stia bono e bono. Io ho dolore! Mi dia modo di stendere la gamba! È mai possibile che non mi si possa venire a prendere con una macchina più grande? Per la miseria!"
Mio padre, senza perdere la calma, spostava un po' il sedile permettendo al dottor Moravia di accomodarsi al meglio.



Episodio 2-
"Si va bene, ce vado io da st'imbrattatele. Ditemi dove e vado a ritirare il plico".
Si avviava allora al centro di Roma, tra il Colosseo e Via Nazionale. Suonava al citofono ed il domestico dell'imbrattatele apriva. Mio padre si faceva tutto il corridoio fino ad arrivare nella stanza dell'artista. Poggiati un po' ovunque, in ordine sparso, lungo il corridoio, mio padre vedeva vari "schizzi" di questo pittore. Pensava tra sé e sé: "Non sarebbe male prendere un disegnino per portarlo alle mie figlie".
Il suo lato onesto prevalse ed il "disegnino" del dottor Guttuso non ce lo portò.

Copertina del 19/09/1982 firmata da Guttuso


To be continued...

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